Merry-Go-Round: la scintilla da cui è nato l’hip-hop

5 Aprile 2018

Dalla passione per la musica più legata alle origini dei popoli, un articolo che racconta la nascita di quella che è oggi la più diffusa espressione artistica afroamericana, l’hip-hop. In modo diretto ed entusiastico, Giovanni Maffezzoli ci porta agli albori di questa cultura, lasciando intravedere l’importanza sociale del fenomeno e la sue eredità.

Yo, get down!

Lucia Corona Piu

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Merry-Go-Round
di Giovanni Maffezzoli

 

Voglio raccontarvi una storia: voglio raccontarvi di una persona e di un’intuizione, grazie alla quale sviluppò una tecnica strumentale dando vita a un mondo.

Ci troviamo a New York negli anni ’70. Alcuni quartieri della città stavano vivendo profondi mutamenti urbanistici. Quando i lavoratori che vivevano nel Bronx furono spostati in altri quartieri della classe media, le case subirono un abbassamento dei prezzi, nessuno più voleva investire sul Bronx, la disoccupazione era dilagante, la povertà e la criminalità crescevano. Questa situazione portò cambiamenti nel tessuto sociale, dando vita a una crescente sensazione di disagio ed estraniamento.

E la musica? Vi chiederete: che ruolo ha in tutto questo? Adesso ci arrivo!

A quel tempo il distretto sembrava una zona di guerra: c’erano quotidianamente decine di incendi, causati soprattutto da persone che volevano frodare le assicurazioni. Le bande imperversavano per le strade, facendo estorsioni e altre attività illegali. Camminando per le strade si potevano attraversare isolati completamente distrutti, di cui erano rimaste soltanto le macerie. Il Bronx era in fiamme e dalle ceneri, come risposta a tutto questo, nasceva una nuova cultura che cambiò la storia della musica: l’hip hop.

L’hip hop fu l’effetto di questo disordine nel Bronx di quegli anni e una risposta creativa nei suoi confronti. Ma nella storia che raccontiamo noi non possiamo ancora parlare di hip hop. Era ancora presto, era una scintilla.

Questa cultura in seguito avrebbe dato forza e identità a una categoria sociale (la comunità urbana afroamericana) che aspettava da molto tempo un modo proprio di esprimersi e di denunciare la propria condizione. Ma come si accese questa scintilla?

In quel periodo i bianchi ballavano musica disco, artificiale e patinata, che gli afroamericani perlopiù odiavano, volendo una musica che appartenesse loro come il funk e il soul e posti in cui ballarla. Non tutti potevano permettersi abiti da sera per entrare in discoteca. Alla radio i dj sfumavano le canzoni, ma c’era un tizio nel Bronx, un certo Dj Kool Herc, che mixava i brani in modo veramente innovativo. Questo dj faceva suonare la parte delle canzoni funk in cui c’era il breakdown su due vinili identici dai due piatti della sua postazione.
Il breakdown?! Cos’è? Ve lo spiego subito, abbiate pazienza!

Il breakdown di cui parliamo sono parti di brano nelle quali alcuni strumenti lasciano spazio ad altri (solitamente percussivi), creando una certa tensione, creando un solo. Con due dischi contenenti lo stesso breakdown, tramite il mixer Kool Herc passava da uno all’altro, riportando sempre all’inizio dello strumentale uno dei due, facendo risuonare quei pochi secondi di loop di furore e creando così una nuova canzone.

La tecnologia del momento e l’ambiente che si respirava nel Bronx spronarono Herc nell’intuizione di questa nuova tecnica di mixaggio. Stava nascendo una nuova fiamma, che non era quella dei palazzi che andavano a fuoco lì intorno. Stava per nascere l’hip hop e nessuno lo sapeva. Questa innovazione ha nome Merry-Go-Round (“La giostra”). La prima Merry-Go-Round di cui si è a conoscenza era caratterizzata dall’utilizzo del disco di James Brown Give it up or turnit a loose (con il suo ritornello, “Now clap your hands! Stomp your feet!”).

Per far sì che la puntina del giradischi cominciasse a suonare il disco nel punto giusto, Kool Herc spostava l’asta. La tecnica dell’uso del giradischi era ancora grezza, se non si era precisi si cominciava nel punto sbagliato, svelando l’inganno. Questa tecnica portò la visione del giradischi non più come supporto d’ascolto, ma come nuovo strumento compositivo.

L’innovazione del Merry-Go-Round è considerata da molti il momento fondativo dell’hip hop, ma anche il punto di partenza e influenza per altri dj come Grand Master Flash e Grand Wizard Theodore, che svilupparono turntables (utilizzo del giradischi come strumento) con tecniche come il cutting, lo scratch e il beat juggling.

Nel 1973 Herc e sua sorella Cindy organizzarono un party nella sala comune del palazzo in cui vivevano, al 1520 di Sedgwick Avenue. Il primo impianto di Herc consisteva in due giradischi, un doppio amplificatore con due canali, mixer e altoparlanti PA. Sarebbe stato il primo di tanti altri party. Cindy era un’imprenditrice in erba e una brava organizzatrice, la persona che in realtà mise insieme la festa. Il nostro Herc, invece, era un tipo grosso e un po’ goffo con una buona collezione di immacolati dischi funk e una buona idea. Con queste piccole feste si poteva racimolare qualche soldino extra vendendo un po’ di birra o altro, e se poi la musica piace e ci si diverte perché non continuare a farle… In un periodo in cui il lavoro scarseggia, bisogna sapere inventarsi.

Già quella prima festa, benché con non più di 50 persone, fu una vera festa con tanto di volantino. E mentre breakdown di percussioni funky suonavano attraverso queste casse enormi a colonna, giovani ballerini (in futuro chiamati B-boy e B-Girl) iniziavano a saltare sul dancefloor facendo nuovi movimenti, ispirati a James Brown e alle mosse di karate di Bruce Lee. Così la BreakDance nasce assieme al Break e diventerà una delle discipline fondamentali dell’hip hop assieme al fenomeno del writing, che in seguito contribuì a creare un’identità comune in questi giovani, che vedevano la città sia come spazio di vita sia come spazio di espressione.

E mentre i locali del Bronx erano afflitti dalle minacce delle gang di strada e i dj dei quartieri alti suonavano per un pubblico con aspirazioni diverse, le feste di Herc dal ritmo entusiasmante rappresentavano un’alternativa innovativa e riuscivano a colpire un pubblico sempre maggiore.

Negli anni a seguire molti altri avvenimenti diedero combustibile alla scintilla di Herc: il blackout di New York, la sera del 13 luglio 1977; il rap, l’arrivo di Afrika Bambaataa, Gran Master Flash, i Furious Five, La Zulu Nation, il dilagare di questa cultura nelle altre città come Los Angeles, l’arrivo di produttori e manager, il mainstream, il gangsta rap, i Run Dmc fino ad arrivare ai giorni nostri. Ma queste sono altre storie…