Non capita tutti i giorni di assistere alla presentazione di prodotti che potrebbero letteralmente «rivoluzionare il mondo della musica», come afferma Luca Giannerini fonico e beta-tester, eppure la settimana scorsa abbiamo avuto l’onore – invitati da Musicalbox, VDM Group e Merging Technologies – di assistere alla presentazione di un nuovo sistema audio digitale dedicato al mondo del live che permette di acquisire e trasmettere audio in alta definizione.
Prima di andare oltre, è necessaria una premessa: questa che state leggendo è la seconda versione del post che ho scritto; nella prima, per giustificare quanto detto, mi ero addentrato in spiegazioni tecniche che, per quanto semplici, potevano non essere di facile comprensione. Ho, quindi, preferito riscrivere il post senza troppi dettagli tecnici (che, magari, avremo modo di approfondire su questo blog in futuro) concentrandomi piuttosto delle semplici sensazioni. Per chi vorrà approfondire la questione, utilizzerò dei link a siti esterni contenenti spiegazioni relative a quanto detto.
Audio analogico vs audio digitale
Come avvenuto nel mondo degli studi di registrazione, negli ultimi anni anche nel mondo del live si è assistito al graduale passaggio da strumentazione analogica a digitale. Il motivo è molto semplice: a parità di prezzo, dimensioni e, soprattutto, peso, i mixer digitali consentono di avere più funzioni rispetto ai corrispettivi analogici.
Spiegandolo nel modo più semplice possibile: il segnale audio anziché essere processato da circuiti, resistenze, condensatori, ecc… viene convertito – attraverso il campionamento – in un segnale digitale e processato, poi, da un computer.
Per dare dei riferimenti, i file audio contenuti su un CD hanno una qualità pari a 16bit e 44.100 Hz. Normalmente, in fase di registrazione, il suono viene acquisito a 24bit e con una frequenza di campionamento che può essere pari a 44.100 o 48.000Hz (lo standard dei DVD). Gli studi più professionali utilizzano normalmente convertitori che lavorano a 88.200 o 96.000Hz, il doppio, fino ad arrivare a quello che, oggi, viene considerato il limite massimo di 192.000Hz.
Breve storia dell’audio in HD
Indipendentemente dalla frequenza di campionamento utilizzata, i numeri sopra elencati non rientrano nella categoria «alta definizione». Tale concetto non è, di per sé, una novità dal momento che Philips e Sony, già a partire dai primi anni 2000, svilupparono congiuntamente il formato Super Audio CD destinato, secondo le loro aspettative, a surclassare nel giro di pochi anni le vendite dei normali CD.
Nonostante i numerosi punti di forza, qualitativamente parlando, e l’impegno delle major discografiche di stampare i loro cataloghi in alta definizione, i SACD non hanno mai raggiunto i risultati di vendite sperati. Ad oggi il Super Audio CD viene, di fatto, considerato come un formato morto tanto che gli unici dischi acquistabili si trovano esclusivamente sul mercato dell’usato.
L’insuccesso dei SACD non ha, però, compromesso il contestuale sviluppo della tecnologia di acquisizione: i formati DSD (Direct Stream Digital) e DXD (Digital eXtreme Definition).
Il formato DSD lavora a una frequenza di campionamento pari a 2.8224MHz, ben 64 volte più alta rispetto a quella dei normali CD audio; mentre il DXD è nato per consentire l’editing dei file DSD: genera infatti un file PCM a 24bit e 352.800 Hz.
Concerti in HD
Di norma la strumentazione che lavora con i formati in alta definizione si trova confinata in studi di registrazione. Igor Fiorini, CEO di VDM Group ha, però, avuto un’intuizione: dal momento che ora anche nei concerti si dispone di strumentazione di altissima qualità, perché non provare a portare il formato DXD (e la sua qualità audio) al di fuori dello studio in un contesto live?
Facendo una breve ricerca sulla frequenza di campionamento utilizzata dai modelli di mixer digitali più diffusi sul mercato, lo standard risulta essere 48kHz (Presonus Studio Live, Behringer X32, Allen&Heath iLive, Soundcraft Vi6) con qualche eccezione a 96kHz (Digico SD9). e pochissimi modelli a 192kHz (Midas M32)
*** AGGIORNAMENTO 16.2.2015 ***
Su segnalazione di Davide Danieli, ho verificato ed, effettivamente, il mixer Midas M32 attualmente lavora a 44.1 – 48kHz
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Quello presentato da VDM Group e Merging Technologies è un sistema completamente proprietario che si compone di pre-amplificatori, convertitori digitali e superfici di controllo che lavora a frequenze di campionamento doppie rispetto allo standard più alto presente sul mercato odierno (352kHz)
Le prove di ascolto
Al di là della presentazione e della spiegazione squisitamente tecnica di questo sistema, durante i due pomeriggi passati al Teatro Ristori abbiamo avuto modo di effettuare dei test di ascolto: sul palco si sono alternate situazioni differenti (un quartetto jazz, due pianiste classiche, un duo piano-voce e alcuni dei nostri studenti BTEC) che venivano amplificate attraverso microfoni DPA, processate dai pre-amplificatori e convertitori Merging Technologies e riprodotte su un impianto line array DB Serie T.
Durante le performance dei musicisti sul palco veniva modificata la frequenza di campionamento in tempo reale (con brevi interruzioni dovute al reset dei convertitori).
Se, da una parte, i blind test effettuati su registrazioni audio hanno dimostrato che non viene percepita alcuna differenza tra file DSD e PCM ad alta risoluzione, nelle prove da noi effettuate al Teatro Ristori il 100% dei presenti ha rilevato notevoli disparità in riproduzione tra i 48.000, 96.000 e i 352.000Hz.
«These listening tests indicate that as a rule, no significant differences could be heard between DSD and high-resolution PCM (24-bit / 176.4 kHz) even with the best equipment, under optimal listening conditions, and with test subjects who had varied listening experience and various ways of focusing on what they hear. Consequently it could be proposed that neither of these systems has a scientific basis for claiming audible superiority over the other. This reality should put a halt to the disputation being carried on by the various PR departments concerned.»
DVD-Audio versus SACD: Perceptual Discrimination of Digital Audio Coding Formats by Dominik Blech and Min-Chi Yang. (link)
La sensazione più comune, avvertita da tutti i presenti, era che il suono si spostasse verticalmente: con la frequenza di campionamento più bassa l’audio veniva percepito in sala come proveniente chiaramente dall’impianto appeso al soffitto. Passando a 96kHz, la musica veniva percepita più in basso rispetto a prima ma sempre scollata dal palco. A 352kHz l’impianto aveva un suono naturale ed è stato percepito da tutti come «proveniente direttamente dai musicisti sul palco».
A livello puramente acustico, la voce è stata lo strumento su cui l’effetto della frequenza di campionamento più alta era evidente: scendendo a 48.000Hz la sensazione era che la cantante avesse cominciato a cantare dopo aver indossato una mascherina.
Il futuro dei concerti sarà in HD?
Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Difficile dirlo e difficile prevederlo. A mio modo di vedere, il limite attuale è che si tratta di un sistema proprietario che, date le sue caratteristiche e la sua innovazione, non può essere interfacciato con nessun altro prodotto presente oggi sul mercato. Certo, dopo aver provato e sentito questa nuova tecnologia non mi resta che augurarmi che presto anche altre marche cominceranno a integrare il sistema DXD nelle loro macchine.